Il regno delle fiere by Kerri Maniscalco

Il regno delle fiere by Kerri Maniscalco

autore:Kerri Maniscalco [Maniscalco, Kerri]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Mondadori
pubblicato: 2023-10-13T12:00:00+00:00


QUINDICI

La Prima strega, Sursea, mi scrutò come i predatori fanno con le potenziali prede o minacce.

L’istinto prese il sopravvento e mi incitò a scoprire i denti, un sorriso malefico a indicarle che sì, anche se non ero ancora tornata al mio antico splendore, non avrebbe dovuto commettere l’errore di considerarmi una preda. Fissai la strega con sdegno; più a lungo sostenevo il suo sguardo ostile, più la mia collera si inaspriva. Era lei che mi aveva portato via Ira. Lei, che aveva usato me e Vittoria per i suoi sordidi intrighi. E le avrei fatto pagare i suoi peccati con il sangue e con le lacrime. Forse non quel giorno, ma molto presto sarebbe stato il mio viso a tormentarla nel sonno.

Sursea si rivolse allora al Principe, un sorriso di scherno sulle labbra. «Sei anni e sei mesi sono volati, non trovate, Vostra Maestà? Il tempo potrà anche scorrere diversamente in questo regno, però non si ferma. Quanti giorni sono rimasti, dunque? Non ricordo bene.»

Ira mi lanciò un’occhiata fulminea prima di riportare lo sguardo sulla nostra nemica, ma tanto bastò a farla piegare in due dalle risate. Ancora una volta i suoi sghignazzi riempirono il salone silenzioso, solo che in quella circostanza sembravano alludere a un segreto. Un segreto che lei condivideva con mio marito.

Fu allora che esplosi. «Inchinatevi al cospetto del re.» La mia voce era fredda. Imperiosa. Sentii lo sguardo di Ira scivolare su di me, lo sguardo dell’intero salone puntare nella mia direzione, eppure i miei occhi non si staccarono dalla strega. Sursea doveva aver percepito il fuoco che mi stava consumando l’anima perché inarcò un sopracciglio, ma lentamente si mise in ginocchio, facendo stridere il cuoio dell’abito.

Spostai dunque l’attenzione sul vampiro, che ebbe un sussulto quasi impercettibile. Ero piuttosto certa che le mie iridi si fossero tinte d’oro-rosato e ardessero con una furia che riuscivo a malapena a contenere. Se fino ad allora non mi aveva ritenuta una minaccia, in quell’istante tutto cambiò.

«Non costringermi a ripetermi. Inchinati o ti darò alle fiamme.» Evocai una rosa infuocata e la tenni sospesa sopra la testa di Blade.

Lui digrignò i denti ma si inginocchiò, chinando il capo verso Ira. «Vostra Maestà.»

Fissai i loro corpi curvi sul pavimento, non ancora pronta a liberarli dallo stato di sottomissione forzata. Percependo le mie emozioni, Ira non proferì parola per darmi il tempo di riprendere il controllo. O forse era soltanto compiaciuto e voleva vedere fin dove mi sarei spinta; scoprire in quale altro modo i nostri vizi potessero unirsi in un sacrilego matrimonio. Aveva detto di desiderare una pari, dopotutto. Lui poteva dominare il ghiaccio, ma io ero fuoco allo stato puro. E la Prima strega non avrebbe dovuto provocare la mia collera. Se fosse stato solo Blade a parlare a nome dei vampiri, forse non avrei reagito a quel modo.

Erano la presenza di Sursea, la sua sfrontatezza, l’allusione a un segreto che mio marito conosceva, uniti al tono derisorio con cui gli si rivolgeva, a farmi ribollire il sangue. Per aver ferito lui, volevo ferirla dieci volte tanto.



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